I 5 browser per navigare online: quale scegliere?
I browser per navigare online non sono pochi e ognuno ha proprie caratteristiche che lo rendono unico
Pubblicato da Massimiliano Di Marco Lunedì 28 luglio 2014

Microsoft, Google, Opera Software, The Tor Project, Mozilla. Non mancano le alternative quando si tratta di scegliere quale browser per navigare online installare sul proprio PC o Mac o sul proprio smartphone o tablet. Ognuno di questi prodotti ha caratteristiche che lo distinguono dall’altro: interfaccia, supporto ai vari standard, velocità, bug e stabilità. Negli ultimi anni, la Seconda Guerra dei Browser si è giocata tra Internet Explorer, Firefox e Chrome con quest’ultimo che ha avuto la meglio e dal 2012 è il più usato al mondo superando la creatura di Mozilla.
Google Chrome
Chrome è rapidamente asceso a browser più usato dagli utenti di tutto il mondo, superando il precedente re Firefox. È installato e usato da oltre il 59% secondo i dati di W3schools di giugno 2014. Venne pubblicato solo per Windows la prima volta nel 2008; dal 2009 è disponibile anche per Linux e Mac OS mentre dal 2012 è disponibile anche in versione mobile. Permette l’installazione di varie estenzioni, come Adblock, ed è il più veloce nonostante sfrutti pesantemente la RAM del dispositivo. La versione pubblica viene aggiornata ogni 6 settimane con un update importante mentre ogni settimana vengono corretti alcuni bug; la versione Canary per sviluppatori viene aggiornata ogni 24 ore con piccole correzioni mentre i tempi per un “major update” non cambiano.
Mozilla Firefox
Firefox è stato il browser più usato dal 2009 al 2012 stabilizzandosi tra il 46 e il 47% durante buona parte del biennio 2009-2010. L’ultima versione pubblica distribuita è la 31, online dal 22 luglio, e aggiunge il campo di ricerca per la pagina in una nuova scheda e blocca il malware dai file scaricati, insieme ad altre nuove funzionalità. Dalla versione 4, il team di Mozilla ha deciso di distribuire la nuova versione in tre fasi: le “nightly”, aggiornate ogni notte ma difficilmente utilizzabili perché poco stabili; le “aurora”, edizioni migliorate delle nightly, che garantiscono una qualità minima; infine le “beta”, ossia versioni sufficientemente stabili e ampie da poter essere rilasciate agli utenti per essere testate prima della release pubblica. La prossima versione sarà la 32 la cui data d’uscita è fissata il 2 settembre.
Microsoft Internet Explorer
Internet Explorer ha rappresentato IL browser fino al 2008, hanno in cui la concorrenza di Firefox ha dato il via a un declino da cui non si è ancora ripreso: a giugno 2014, la diffusione nel mondo è inferiore al 9%. La sua diffusione è stata garantita dalla presenza standard sui PC Windows, a tutt’oggi il sistema operativo più diffuso con una percentuale superiore al 9%. Tra le pecche additate a Internet Explorer da qualche anno a questa parte, vi è una sostanziale differenza di velocità con Firefox e Chrome, che lo ha isolato dagli altri competitor maggiori. L’ultima versione stabile è la 11, che ha abbandonato ufficialmente il supporto a Windows Vista; Windows XP è stato invece lasciato indietro dalla versione 10.
Opera
Opera è stato un browser a pagamento fino al 2005, anno in cui ha optato per una decisa trasformazione ed è diventato un software open-source e gratuito. Storicamente Opera è stato il primo browser a permettere la navigazione di più siti web contemporaneamente in un’unica finestra del programma mediante MDI. Ne esistono versioni per Linux, Mac OS (dal 2011 solo per utenti maggiorenni), Nintendo DS e Wii (adattata per essere fruita su televisori a bassa risoluzione). Su smartphone e tablet è disponibile solo per Android, Windows Mobile e Symbian.
Tor
Tor non è un software molto diffuso, ma è la prima alternativa in quei paesi dove, come in Turchia recentemente, viene temporaneamente disabilitata la navigazione libera del web. La sua principale caratteristica, infatti, è quella di poter navigare in totale anonimato: Tor “protegge gli utenti dall’analisi del traffico attraverso una rete di onion router (detti anche relay), gestiti da volontari, che permettono il traffico anonimo in uscita e la realizzazione di servizi anonimi nascosti”, come riporta Wikipedia. È tornato alla ribalta dopo lo scandalo Datagate statunitense, in cui è stato rivelato che l’NSA spiava i server di molte note aziende, come Apple, Facebook e Microsoft, per accumulare dati personali sui cittadini.