I 5 browser per navigare online: quale scegliere?

Microsoft, Google, Opera Software, The Tor Project, Mozilla. Non mancano le alternative quando si tratta di scegliere quale browser per navigare online installare sul proprio PC o Mac o sul proprio smartphone o tablet. Ognuno di questi prodotti ha caratteristiche che lo distinguono dall’altro: interfaccia, supporto ai vari standard, velocità, bug e stabilità. Negli ultimi anni, la Seconda Guerra dei Browser si è giocata tra Internet Explorer, Firefox e Chrome con quest’ultimo che ha avuto la meglio e dal 2012 è il più usato al mondo superando la creatura di Mozilla.

Google Chrome

Google Chrome

Chrome è rapidamente asceso a browser più usato dagli utenti di tutto il mondo, superando il precedente re Firefox. È installato e usato da oltre il 59% secondo i dati di W3schools di giugno 2014. Venne pubblicato solo per Windows la prima volta nel 2008; dal 2009 è disponibile anche per Linux e Mac OS mentre dal 2012 è disponibile anche in versione mobile. Permette l’installazione di varie estenzioni, come Adblock, ed è il più veloce nonostante sfrutti pesantemente la RAM del dispositivo. La versione pubblica viene aggiornata ogni 6 settimane con un update importante mentre ogni settimana vengono corretti alcuni bug; la versione Canary per sviluppatori viene aggiornata ogni 24 ore con piccole correzioni mentre i tempi per un “major update” non cambiano.

Mozilla Firefox

Mozilla Firefox

Firefox è stato il browser più usato dal 2009 al 2012 stabilizzandosi tra il 46 e il 47% durante buona parte del biennio 2009-2010. L’ultima versione pubblica distribuita è la 31, online dal 22 luglio, e aggiunge il campo di ricerca per la pagina in una nuova scheda e blocca il malware dai file scaricati, insieme ad altre nuove funzionalità. Dalla versione 4, il team di Mozilla ha deciso di distribuire la nuova versione in tre fasi: le “nightly”, aggiornate ogni notte ma difficilmente utilizzabili perché poco stabili; le “aurora”, edizioni migliorate delle nightly, che garantiscono una qualità minima; infine le “beta”, ossia versioni sufficientemente stabili e ampie da poter essere rilasciate agli utenti per essere testate prima della release pubblica. La prossima versione sarà la 32 la cui data d’uscita è fissata il 2 settembre.

Microsoft Internet Explorer

Internet Explorer

Internet Explorer ha rappresentato IL browser fino al 2008, hanno in cui la concorrenza di Firefox ha dato il via a un declino da cui non si è ancora ripreso: a giugno 2014, la diffusione nel mondo è inferiore al 9%. La sua diffusione è stata garantita dalla presenza standard sui PC Windows, a tutt’oggi il sistema operativo più diffuso con una percentuale superiore al 9%. Tra le pecche additate a Internet Explorer da qualche anno a questa parte, vi è una sostanziale differenza di velocità con Firefox e Chrome, che lo ha isolato dagli altri competitor maggiori. L’ultima versione stabile è la 11, che ha abbandonato ufficialmente il supporto a Windows Vista; Windows XP è stato invece lasciato indietro dalla versione 10.

Opera

Opera

Opera è stato un browser a pagamento fino al 2005, anno in cui ha optato per una decisa trasformazione ed è diventato un software open-source e gratuito. Storicamente Opera è stato il primo browser a permettere la navigazione di più siti web contemporaneamente in un’unica finestra del programma mediante MDI. Ne esistono versioni per Linux, Mac OS (dal 2011 solo per utenti maggiorenni), Nintendo DS e Wii (adattata per essere fruita su televisori a bassa risoluzione). Su smartphone e tablet è disponibile solo per Android, Windows Mobile e Symbian.

Tor

Tor

Tor non è un software molto diffuso, ma è la prima alternativa in quei paesi dove, come in Turchia recentemente, viene temporaneamente disabilitata la navigazione libera del web. La sua principale caratteristica, infatti, è quella di poter navigare in totale anonimato: Tor “protegge gli utenti dall’analisi del traffico attraverso una rete di onion router (detti anche relay), gestiti da volontari, che permettono il traffico anonimo in uscita e la realizzazione di servizi anonimi nascosti”, come riporta Wikipedia. È tornato alla ribalta dopo lo scandalo Datagate statunitense, in cui è stato rivelato che l’NSA spiava i server di molte note aziende, come Apple, Facebook e Microsoft, per accumulare dati personali sui cittadini.

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