L’Università del futuro sarà sempre più hitech

La tecnologia ha cambiato le nostre vite in meglio, dove utilizzate con criterio. David Wiley è docente di Tecnologie dell’Istruzione alla Brigham Young University nello Utah ed è convinto che “Le Università cambieranno radicalmente, forse entro 10 anni saranno del tutto diverse da come le conosciamo oggi”.

Ed è significativo che questa dichiarazione arrivi proprio da un insegnante (seppur “interessato“), che ha spiegato come gli ambienti universitari non potranno aver vita lunga perché retrogradi e del tutto opposti a quel che sta invece diventando il mondo attuale. In un presente fatto di condivisione, social network, accesso libero alle informazioni e abbattimento delle frontiere “umane”, l’Università sembra un’isola lontanissima.
 
Wiley parla di come potrebbe evolvere l’Università: lezioni come podcast scaricabili dalle matricole, laboratori virtuali e operanti in collaborazione con gli altri Atenei e soprattutto libri di testi in formato elettronico e quindi gratuiti. Al momento attuale sembra davvero un’utopia. Eppure progetti simili hanno già funzionato come con l’OpenCourseWare del Massachusetts Institute of Technology, ma qui parliamo del MIT che è da sempre il traino, uno sprazzo di futuro nel presente.
 
Come riporta Repubblica, la State University of New York in Fredonia ha dimostrato che gli studenti che hanno ascoltato podcast invece che lezioni dal vivo hanno ottenuto voti migliori all’esame; all’Imperial College di Londra, gli studenti di medicina operano in un ambiente virtuale. Tutte lodevoli iniziative che potrebbero integrare il piano di studi universitario più che sostituirlo del tutto.
 
Sempre che le Università, tutte, inizino un po’ più a pensare allo studente come persone e non come numero.

Impostazioni privacy