La banda larga decollerà condividendo le infrastrutture? I chiaroscuri
La banda larga in Italia si diffonderà finalmente con la condivisione delle infrastrutture? L'AGCOM promette di si ma rimangono dei chiaroscuri
Pubblicato da Diego Barbera Mercoledì 23 novembre 2011

E’ stato approvato dall’AGCOM – il garante delle telecomunicazioni in Italia – il nuovo regolamento a proposito dello sviluppo della banda larga, della rete in fibra ottica e di rame e delle sue infrastrutture. La parola d’ordine sarà “condivisione” come strumento necessario e sufficiente per garantire un’espansione finalmente importante e matura. Il nome completo del documento è “Regolamento in materia di diritti di installazione di reti di comunicazione elettronica per collegamenti dorsali e coubicazione e condivisione di infrastrutture” e permetterà, in parole povere, l’accesso alle infrastrutture pubbliche da parte degli operatori per realizzare reti cittadine e non solo. La vera rivoluzione dei cavidotti?
C’è la possibilità che si crei così una sorta di catasto nazionale che vada a interessare proprio questo settore che necessita di un propulsore e di una rampa di lancio per decollare, dopo essere rimasto troppo ancorato a terra. La condivisione delle infrastrutture è un buon punto di partenza.
Ovviamente l’obbligo di condivisione riguarda anche gli operatori stessi, se non ci fossero alternative per cause tra le più motivate possibili. Spetterà comunque all’AGCOM vigilare e validare, nel caso, queste eventualità. Tutto sembra mosso dalla ricerca di una trasparenza e una ricerca dell’efficienza, ma è davvero così?
La rete in fibra sarà ancora una cosa (soprattutto) dei due grandi colossi come Telecom Italia (soprattutto a livello locale) e di Fastweb, che è entrata poco tempo fa nell’universo Metroweb, per andare a braccetto nel rigoglioso giardino dorato delle grandi opere civili.