Internet è il più grande poema mai scritto

Se perdendo tempo su internet si potesse fare qualcos’altro? Se gli stati su Facebook e le condivisioni su Twitter potessero diventare poemi? Un corso universitario del poeta Kenneth Goldsmith mira proprio a questo: dare coscienza agli studenti del mezzo digitale con cui interagiscono quotidianamente. Non come strumento di intrattenimento semplice, ma come “materiale grezzo” per scritti, novelle e autobiografie. L’internet come “il più grande poema mai scritto”.

Quante volte, mentre siete al computer, i vostri genitori vi hanno detto “stai ancora perdendo tempo su internet?” Un professore dell’Università della Pennsylvania nonché poeta inglese, Kenneth Goldsmith, ci ha fatto un corso universitario letterario. Badata bene, c’è di più di quello che appare. Il suo corso non include guardare futili video su YouTube e condividere immagini divertente su Facebook o Twitter; l’obiettivo di Goldsmith è quello di spingere i suoi studenti a usare i nuovi mezzi digitali per dare nuova linfa vitale ai loro scritti: chi sarebbe capace di scrivere una biografia partendo da un profilo di Facebook?

Corso universario per perdere tempo su internet

“Spendiamo le nostre vite di fronte a uno schermo, perlopiù perdendo tempo: guardiamo i social media, video sui gatti, chattiamo, facciamo acquisti. E se queste attività – cliccare, inviare SMS, aggiornare gli stati e navigare casualmente – fossero usate come materiale grezzo per creare lavori emozionali e intriganti di letteratura? Potremmo ricostruire la nostra autobiografia usando solo Facebook? Potremmo scrivere una novella spulciando il nostro feed di Twitter” si domanda il professore nella descrizione del suo corso. “Potremmo rivedere l’internet come il più grande poema mai scritto?” Un corso intrigante, che mira a solleticare il talento degli studenti usando i mezzi moderni di comunicazione, principalmente i social network.

“Voglio che gli studenti teorizzino la loro esistenza digitale, che prendano coscienza di cose che danno per scontate” le parole di Goldmisth, che ha aggiunto: “Non è poi questo il vero scopo dell’arte in generale? Renderci consapevoli di ciò che ci circonda, dirci com’è vivere nel nostro tempo?” Goldsmith non è comunque nuovo a questo genere di iniziative. Negli anni novanta ha fatto nascere UbuWeb, un esperimento dedicato alla poesia sonora a tutt’oggi disponibile in rete. Lo stesso professore ha specificato che gli altri colleghi “si aspettavano questo genere di cose da me, dopo che per dieci anni ho insegnato scrittura non creativa”.

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